mercoledì 4 novembre 2015

L'inquilino del terzo piano di Roman Polanski

Come un paradosso, si riannodano i fili di quelle circostanze che apparentemente sembrano solo delle coincidenze.
La settimana scorsa vedevo in streaming il bellissimo film del regista polacco e quasi non curante postavo su Facebook l'arcano monito che tutti, chi più chi meno siamo" l'inquilino del terzo piano".


Poi in uno dei miei Giovedì caotici e al cardiopalma, consegno le ultime illustrazioni a carboncino a Daniela Palumbo per il suo libro che verrà pubblicato prima di Natale.

Il nesso prevede che a stretto giro, Daniela mi chieda di integrare altre quattro illustrazioni fra le quali, questa a seguire per un racconto di una pagina dal titolo Il Grano. Ebbene, sembra frutto di una reminiscenza di Polanski e in modo particolare del film sopracitato.



Sembra, poi, che a fare da controaltare al caos delle relazioni al lavoro, di un coordinamento di classe difficile, è il desiderio di riappropriarsi del proprio spazio e tempo individuali ci sia il  bene necessario e primario che arriva come un arcano incomprensibile o una notte insonne indesiderata...
Un fantasma domestico che non vuole rinunciare al luogo in cui vive.

E per farlo, per esempio, in una riunione al lavoro inutile, urli la tua voglia non di emancipazione e fuga ma di clausura e auto esclusione dal mondo.
Come nel disegno fatto al collegio dei docenti di ieri.




Nessun commento:

Posta un commento