martedì 13 maggio 2014

SULLA STESSA BARCA 5

E' solo colpa nostra!
Così , il mio straordinario prof. di lettere Pasquale Trapani, esordiva sul finire degli anni ottanta nella nostra classe del Liceo Artistico, tutte le volte che si cominciava, timidamente (ma non troppo), a parlare di immigrazione.
Per essere precisi del problema immigrazione, visto che veniva percepito in questa maniera già in quegli anni.
L'extracomunitario, arriva e ti toglie il lavoro che anche allora scarseggiava..
Questo era ed è il classico luogo comune.
Pasquale ha sempre avuto la sensibilità di non farci dimenticare mai le cause storiche scatenanti un evento di così vasta portata.

Rispetto a quello che il mio prof. è riuscito ad insegnarmi con tanta passione per la sua disciplina apprendo, a 16 o 17 anni, fuori da uno sciorinamento pedante e nozionistico di date ed eventi politicamente corretti (presenti nei nostri libri di testo) che la motivazione che spinge i popoli ad emigrare oltre alle guerre e alle carestie; alla mancanza di lavoro o di sviluppo, socio economico è che qualcuno, cosiddetto più evoluto o "democratico" (quindi esportatore di democrazia) con fare suadente, arriva nella tua terra e la depreda!
I popoli europei sono la causa di tanta morte che il Mediterraneo negli anni ha inghiottito e nascosto velocemente, quasi si vergognasse come mare e madre di vedere i propri figli che lascino naufragare i propri fratelli nelle notti più nere o vicino le coste militarizzate di piccoli stati isolani e isolati nella loro bastarda regolamentazione dei flussi migratori.
Dall'imperialismo Ottocentesco e la conseguente colonizzazione delle nazioni adiacenti, il vecchio e corrotto continente ha solo fottuto il terzo mondo.
Lo ha fregato nelle forme più subdole e con un bel sorriso cristiano a 32 denti.

Dopo le ultime vittime, di cui ad oggi non si conosce lo spaventoso numero vorrei gridare la mia rabbia per tanta impotenza e augurami di non essere io, con la mia famiglia vittima di una sorte
simile, frutto dell'ignoranza, della crudeltà e delle ragioni di stato di altri popoli, alla mia gente simile ma diversi perché migliori in tutto.









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